lunedì 14 giugno 2010

e fanno 3...



D'accordo, il percorso Supermaster non è forse da "eroici", ma ho chiuso la mia terza O-Marathon; non credevo di riuscire ad arrivare in fondo, anche se mi ero premunito con un bel "Voltfast" dopo colazione, e in effetti il ginocchio ha urlato poco; come al solito gara da ultime posizioni, ma divertendomi, faticando, perdendomi. All'inizio la prima farfalla di Passo Coe è andata via liscia; i problemi sono cominciati sul trasferimento in Carta Tecnica, con le gambe che rispondevano solo parzialmente e con i primi (riagguantati sulla lanterna 11) che si allontanavano piano piano ma inesorabilmente; difficoltà a trovare la 17, con aggancio da parte di Speck; seconda farfalla conclusa alla meno peggio, con i più bravi che scappavano via (con la mia sorpresa di vederli ancora alle prese con la farfalla), e sprint finale sulle ultime due lanterne con lo Speck, che pagava la scarsa consuetudine alla corsa. Per concludere, bella esperienza, con percorsi non facili (diciamo da gara "classica") e con la perfetta organizzazione di Sartori and Co (la fatica di organizzare una gara simile vale in ogni caso un ringraziamento sincero). Pubblico anche la cartina, scannerizzata alla meglio viste le sue dimenzioni (cm 66 x 47 !!)

mercoledì 9 giugno 2010

eccoci di nuovo...





Dopo circa 3 mesi di assenza, segnati da dolorose esperienze di vita ("...mandi Nelly...si viodarin...") e da alcuni momenti di relax, si riprende a bloggare: non è che interessi a molti, ma tant'è.... Tra le altre cose, meno personali e forse più condivisibili: week-end lungo a Lisbona, bici, poca corsa ma si inizia a fare orienteering; prima in Slovenia (bella carta, con zone carsiche e c.....e alla Crn Vrh e altre con un bel bosco bianco), e poi nel week-end Alto But, dove (complice l'assenza di Mark e di Speck) mi prendo il titolo regionale sprint e poi faccio una gara alla domenica con alcuni errori ma dignitosa e divertente per le mie attuali condizioni; a Paluzza ho visto tante facce note e ho apprezzato il solito ambiente orientistico: spontaneo, libero, talvolta incazzato, ma sempre disinvolto, con pochissimi che se la"tirano"; peccato che non si riesca a coinvolgere nelle gare (e non solo nell'organizzazione)gli atleti più o meno giovani della Carnia e del Friuli: purtroppo considerano l'orienteering uno sport "da triestini" (e non è certo un complimento...). Ad ogni modo sono tornato (molti diranno: "...e chi se ne frega..." ma è solo invidia); alla prossima puntata...
(N.B:le immagini si sono piazzate da sole dove hanno voluto: in particolare: la mia nuova bici da strada, veduta aerea del Rossio a Lisbona, cartine di Dobeno (SLO) e Paluzza con percorsi vecchietti M55)